IMU e TARI: Se la tua seconda casa è vuota per questi 3 motivi, puoi non pagare: la guida completa

IMU e TARI: Se la tua seconda casa è vuota per questi 3 motivi, puoi non pagare: la guida completa

IMU e TARI: Se la tua seconda casa è vuota per questi 3 motivi, puoi non pagare: la guida completa

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Polvere leggera sul pavimento, un’eco quasi tenera quando batti i passi, i contatori sigillati con il nastro bianco. *È quel silenzio che dice «qui non vive nessuno», eppure le scadenze fiscali bussano lo stesso.* Parli con il vicino, che ha un mazzo di chiavi uguale al tuo, e scopri che lui ha smesso di pagare la spazzatura da un anno. Ti chiede: hai mai fatto la dichiarazione di non utilizzo? Ti cade l’occhio su un vecchio tavolo rimasto lì “per comodità” e capisci che quel dettaglio conta. Capita a tutti quel momento in cui una casa “vuota” non è vuota per il Comune. E quando lo capisci, inizi a cercare le tre porte d’uscita che la legge offre. Tre motivi. Tre strade. Una sorpresa.

IMU e TARI: quando una seconda casa “vuota” non paga davvero

Primo motivo: immobile dichiarato **inagibile** o inabitabile. Se un tecnico assevera che la casa non è utilizzabile in sicurezza, il Comune può riconoscere la riduzione IMU del 50% e, spesso, l’esclusione totale dalla **TARI** se mancano arredi e utenze. Qui “vuota” non è un concetto poetico, è un fatto tecnico: niente impianti attivi, accesso limitato, locali non vivibili. Per chi sta ristrutturando dopo un danno serio o ha una struttura collabente, questa strada è concreta. E, in alcuni casi, con la categoria catastale F/2, l’IMU può andare a zero. Serve carta, non parole.

Secondo motivo: immobile realmente non utilizzato e non arredato, con utenze cessate da mesi. In molte città, la **TARI** si azzera se dimostri che la casa non produce rifiuti. Niente luce, gas, acqua; niente letto, divano, lavatrice. Milano e Bologna chiedono di provare la disattivazione dei contatori e l’assenza di arredi; a volte basta l’autodichiarazione supportata da foto e verbali del gestore. Roma richiede spesso un modulo TARI ad hoc e la prova della disalimentazione. La regola non è unica, ma il principio sì: se non puoi sporcare, non paghi i rifiuti. L’IMU, invece, resta dovuta.

Terzo motivo: ordinanze o situazioni che vietano l’uso. Un provvedimento comunale che interdice l’agibilità dopo un evento straordinario blocca la vita della casa e, per il periodo indicato, può azzerare la TARI e tagliare l’IMU. Vale per crolli, allagamenti, rischi strutturali. In parallelo, esistono regolamenti locali che sospendono i tributi quando la casa è oggetto di lavori che rendono impossibile l’accesso. Qui conta il tempo: il beneficio decorre dalla data dell’ordinanza o della dichiarazione, non da quando tu “senti” di non usarla. La burocrazia vuole le date giuste.

Come ottenere l’esenzione: la mossa giusta al momento giusto

La mossa pratica parte da tre gesti: disdetta delle utenze, svuotare la casa, dichiarare al Comune. Senza contatori attivi, hai la prova più forte per la TARI. Senza arredi, elimini l’equivoco dell’“uso potenziale”. Poi compili la dichiarazione TARI di non utilizzo, allegando foto e copia delle cessazioni. Per l’IMU, se c’è inagibilità, serve la perizia di un tecnico o l’accertamento dell’ufficio. Tieni a mente le scadenze: IMU a giugno e dicembre; le richieste di riduzione spesso entro 30 o 60 giorni dall’evento. Siamo onesti: nessuno lo fa ogni giorno.

Gli errori tipici? Lasciare un letto e un frigorifero “per comodità”: per molti regolamenti significa casa arredata, dunque TARI dovuta. Sottovalutare i tempi: smonti i contatori a ottobre ma chiedi l’esenzione a marzo dopo. Il Comune calcola dal giorno giusto, non da quando lo decidi tu. E poi dimenticare la perizia: senza un documento che certifichi l’inagibilità, l’IMU resta intera. Se hai dato la casa in comodato a un figlio, la riduzione IMU è possibile ma con requisiti formali precisi. Ogni dettaglio pesa, anche un contatore “attivo ma non usato”.

Le parole contano quanto i moduli. La richiesta funziona quando racconta un fatto verificabile, non una sensazione.

“Ho capito di pagare la TARI per nulla quando ho visto il piombino sul contatore e la bolletta dei rifiuti ancora lì. Ho mandato le foto e la disdetta: da quel giorno, zero.”

Ecco un mini-promemoria da tenere sul frigo, finché il frigo c’è:

  • Cessa luce, gas, acqua e conserva le ricevute
  • Svuota la casa da arredi “funzionali” (letto, cucina, elettrodomestici)
  • Fai periziare l’inagibilità se serve per l’IMU
  • Invia la dichiarazione TARI entro i termini del tuo Comune
  • Archivia foto, verbali, PEC: sono il tuo paracadute

Tre vie, una scelta consapevole

Queste tre strade sono più che scappatoie fiscali. Parlano di come viviamo gli spazi: una casa può essere un investimento, un progetto in sospeso, un ricordo. Se è vuota per davvero, il fisco può riconoscerlo. La differenza la fanno i gesti concreti e le prove: contatori chiusi, arredi tolti, perizia in mano. Qualcuno decide di vendere e taglia subito le utenze; altri congelano tutto in attesa di tempi migliori. È una piccola cura verso se stessi ridurre ciò che non si usa. E sì, sottrarre tasse inutili. La domanda, alla fine, resta: cosa vuoi che sia quella seconda casa nei prossimi dodici mesi?

Punto clave Detalle Interés para el lector
Casa inagibile/inabitabile Perizia tecnica, IMU al 50%, TARI spesso azzerata Ridurre subito il carico fiscale con un documento
Utenze cessate e niente arredi Esclusione TARI in molti Comuni, verifica regolamento Non pagare rifiuti quando non produci rifiuti
Ordinanza o divieto d’uso Sospensione TARI e taglio IMU per il periodo indicato Tutelarsi in caso di eventi che bloccano la casa

FAQ :

  • Se cesso solo l’energia elettrica, basta per non pagare la TARI?Di solito no: molti Comuni chiedono cessazione di tutte le utenze e assenza di arredi. Serve leggere il regolamento locale.
  • La casa in ristrutturazione paga l’IMU?Sì, tranne se è dichiarata **inagibile**: in quel caso la base si dimezza. Se è collabente (F/2), l’IMU può non essere dovuta.
  • Quanto dura l’esenzione TARI per casa vuota?Vale dal giorno in cui dimostri la non utilizzazione e finché persistono le condizioni. Alcuni Comuni richiedono rinnovo annuale.
  • Il comodato al figlio azzera le imposte?No: consente una riduzione IMU del 50% se rispetti requisiti precisi (contratto registrato, stesso Comune, ecc.). La TARI la paga chi occupa.
  • Se affitto la seconda casa per pochi mesi, cosa succede?Durante l’occupazione paga l’inquilino la **TARI**; tu versi l’IMU proporzionale ai mesi di possesso non esenti.
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